Da bambino mi ricordo che mia madre mi diceva che se non mi pulivo bene le orecchie mi “cresceva il prezzemolo” … Per contro io per non lavarmi le braccia sporche dopo i giochi da bambino dicevo che non erano sporche … ma erano “le vene !”. Al di là dei ricordi dell’infanzia è indiscutibile che l’igiene sia una cosa importante ma è necessario fare un distinguo .
L’orecchio esterno , cioè quello che inizia con il padiglione auricolare e finisce con la membrana del timpano che vibrando trasmette i suoni , ha delle particolari caratteristiche forse non conosciute da tutti . Intanto il condotto non è un tubo retto ma ha un andamento ad “S italico” cioè con due curve per proteggere meglio il timpano .
Poi nella porzione esterna vi sono delle ghiandole simili a quelle del sudore che producono il cerume , che non è sporcizia , ma è una sostanza a base di colesterolo che lubrifica e protegge l’orecchio esterno . Immerse nel cerume ci sono delle piccole ciglia che come “scopette naturali” portano all’esterno parti di cellule desquamate e cerume .
Se noi quindi usiamo dei meccanismi di pulizia “fai da te” tipo cotton fioc o stuzzichini vari possiamo provocare diversi guai per diversi motivi:
- Essendo una manovra alla cieca per quanto cerchiamo di essere cauti si rischia di fare danni .
- Spesso una parte del cerume lo spingiamo verso l’interno dove non ci sono più le ciglia che lo riportano fuori .
- Il cerume è igroscopico, cioè gonfia con l’acqua , basta una spruzzata esempio durante la doccia che il cerume gonfia e fa tappo .
Conclusione : non usare per la pulizia altro che le proprie dita , non mandare a flutti acqua dentro pensando di pulire , non usare cotton fioc , stecchini o tantomeno le famigerate candelette che sciolgono il cerume appiccicandolo al timpano.
Se poi proprio ne producete tanto e siete soggetti ai tappi ( ad es. chi lavora nella polvere ) rivolgetevi una volta all’anno al vostro Otorino di fiducia.